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Cisti sacrococcigea (o malattia pilonidale o sinus pilonidalis)

La Cisti Sacrococcigea o “Sinus Pilonidalis” (letteralmente: “nido di peli”) o Malattia Pilonidale (MP) è una patologia acquisita, causata da peli che si “incarniscono” ed infettano sulla linea mediana della regione sacrococcigea. Viene colpita la cute ed il sottocute di tale regione e, per tale motivo, la MP può essere definita come una “malattia dermatologica”.

Ciò avviene centralmente, spesso in seguito a microtraumi, specialmente in soggetti irsuti (quindi, più spesso nel sesso maschile con un rapporto M:F di 3:1) mediante un un meccanismo di vero e proprio “risucchio”, per poi diffondersi ai lati, in modo più o meno complesso. Non a caso, gli Americani chiamano questa malattia “Jeep disease”. La MP (vedi immagine sottostante) si può presentare in fase acuta (ascesso) o cronica.

La Malattia Pilonidale, nei casi più lievi ed iniziali, può essere trattata semplicemente tenendo la zona detersa e depilata. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, bisogna ricorrere alla chirurgia. Questa, in centri non dedicati, viene tradizionalmente eseguita mediante la escissione aree ampie e profonde, con conseguente dolore postoperatorio, lunga convalescenza (due o 3 mesi) ed innumerevoli medicazioni, spesso dolorose. Infatti, le ampie ferite centrali, hanno la tendenza a guarire in tempi molto lunghi e, se suturate, spesso si riaprono (deiscenza). In ogni caso, l’esito cicatriziale è, il più delle volte, pessimo.
Invece, in moltissimi casi ed in accordo agli studi di John Bascom, pubblicati sin dal 1980 (“Pilonidal disease: origin from follicles of hairs and results of follicle removal as treatment”. Surgery, 1980; 87: 567-72), è possibile operare la Malattia Pilonidale mediante escissione mirata dei soli piccoli orifizi cutanei centrali, delle sole fistole che da qui si dipartono (“fistulectomia”) e delle sole cisti (“cistectomia”). D’altro canto, essendo la Malattia Pilonidale una malattia sostanzialmente dermatologica, sottoporre il paziente ad ampie resezioni, come amava dire J. Bascom, equivale a “tagliare la testa ad un paziente solo perchè ha un foruncolo sul mento”).

Tale escissione (“fistulectomia” e “cistectomia”) può essere eseguita (“carotaggio”) mediante trefine o curettes o “punch” per biopsia, secondo una variante Israeliana della tecnica originaria di Bascom del 1980 (Moshe Gips et al. Diseases of the Colon & Rectum 2008; 51: 1656-63 – ARTICOLO). Io ho personalmente combinato le due tecniche, variandole leggermente e, credo, perfezionandole (VIDEO 1, 2, 3, 4, 5). Eventuali più ampie incisioni (ad esempio per drenare ascessi) andranno eseguite solo lateralmente, dove, sempre per motivi meccanici, le ferite tendono a guarire in tempi rapidi (“Pilonidals: Distilled Wisdom”. Bascom J, Basso L. Società Italiana di Chirurgia Colorettale, 2010). In ogni caso, non bisogna certo adattare il paziente all’intervento, ma adeguare l’intervento al paziente ed al suo particolare stato locale (“tailored surgery”). Secondo la tecnica originaria di Bascom del 1980 le escissioni di cui sopra, pur sempre “mini-invasive”, venivano eseguite mediante bisturi (VIDEO 6).

Come regola “standard” si può riprendere il lavoro o la Scuola / Università, cercando di limitare la posizione seduta ad “angolo retto” dopo 3 o 4 giorni (salvo complicazioni). La ripresa dell’attività sportiva può avvenire, a seconda degli sports, dopo: 7 giorni (corsa, tennis, sci, scherma, ginnastica / aerobica a corpo libero ed attività similari -purchè non sulla schiena-) – 20 giorni (nuoto, calcio, rugby ed attività similari) – 30 giorni (ciclismo, canottaggio, equitazione ed attività similari).





PRIMA dell’intervento



DOPO 15 giorni


Subito dopo l’intervento

DOPO 20 giorni

Solo in casi particolari, di malattia plurirecidiva, molto estesa e complicata si potranno prendere in considerazione ampie escissioni che, se eseguite mediante la preparazione di appropriati lembi cutanei (ad esempio: plastica a “Z”), guariscono in tempi più lunghi ma pur sempre brevi (generalmente circa 20 giorni).


PRIMA dell’intervento

DOPO 15 giorni


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